Convivenza di Fatto: La Guida per Capire Tutto
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Vivere insieme, condividere una quotidianità, costruire progetti... Sempre più coppie scelgono di costruire la loro storia senza passare per il matrimonio o l'unione civile. Si parla allora di "convivenza di fatto". Ma cosa significa realmente questo termine? Qual è la realtà giuridica dietro questa libertà?
Lungi dall'essere una semplice situazione informale, la convivenza di fatto è oggi in Italia una condizione riconosciuta dalla legge (Legge Cirinnà, n. 76/2016), che implica diritti specifici ma anche un'assenza di tutele che è fondamentale conoscere.
Questa guida è qui per fare chiarezza e permettervi di vivere il vostro amore con piena consapevolezza.
Cos'è la Convivenza di Fatto?
La legge definisce i conviventi di fatto come "due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile".
In parole semplici: è la situazione di una coppia che vive insieme in modo stabile e continuo, e che può formalizzare questa unione con una semplice dichiarazione all'anagrafe del proprio Comune.
La Realtà Giuridica: Diritti Riconosciuti e Tutele Mancanti
La convivenza di fatto offre molti più diritti rispetto al passato, ma presenta ancora differenze sostanziali rispetto al matrimonio.
1. Il Patrimonio: Ognuno per Sé (ma si può scegliere)
Il principio di base è quello della separazione dei beni. Ciascun convivente resta proprietario dei beni che acquista durante la convivenza. Tuttavia, la grande novità della Legge Cirinnà è la possibilità per i conviventi di stipulare un "contratto di convivenza" per regolare gli aspetti patrimoniali, scegliendo ad esempio la comunione dei beni.
2. L'Assistenza e gli Alimenti
La legge riconosce il dovere di assistenza reciproca. In caso di separazione, il convivente in stato di bisogno può avere diritto agli alimenti (un sostegno economico per le necessità primarie), ma non all'assegno di mantenimento previsto nel matrimonio.
3. La Casa
In caso di morte di uno dei conviventi, il superstite ha il diritto di continuare ad abitare nella casa comune per un periodo che va da due a cinque anni. Se ci sono figli, questo diritto si estende per almeno tre anni.
4. In Caso di Decesso: il Convivente non è un Erede
Questo è il punto più critico. Il convivente di fatto non è un erede legittimo. Senza un testamento che lo nomini esplicitamente erede, il partner superstite non ha alcun diritto sul patrimonio del defunto (che andrà ai figli o alla famiglia d'origine). Anche con un testamento, dovrà pagare imposte di successione più elevate rispetto a un coniuge.
Conclusione: Una Scelta da Gestire con Consapevolezza
La convivenza di fatto è una scelta moderna che offre importanti riconoscimenti legali. Tuttavia, per garantire una tutela reciproca completa, soprattutto dal punto di vista patrimoniale e successorio, è fondamentale agire attivamente, attraverso la redazione di un testamento o la stipula di un contratto di convivenza.
Ora che comprendete meglio questo status, scoprite le alternative che offrono una tutela ancora maggiore nella nostra guida completa "Matrimonio vs. Unione Civile".